Pochissimi sanno che il video con annessa campagna #milanononsiferma sia stato caricato per la prima volta su YouTube dall’agenzia di marketing Brainpull, totalizzando appena 11.000 visualizzazioni:
Tutti sanno chi l’abbia rilanciato, il sindaco di Milano Beppe Sala, o, per essere più trendy, Mayor Beppe Hall.
Il video “circolava” e “forse” il sindaco più cool della città più smart d’Italia ha sottovalutato, poiché nessuno, scrive e afferma Mayor Beppe Hall in quel di Fabio Fazio, aveva compreso.
Facciamo però uno sforzo mnemonico: poteva(no) non aver stimato il rischio #COVID19 in Italia?
Di quello che sarebbe diventato COVID19 le autorità sanitarie nazionali sanno, per certo, dal 31 dicembre 2019, quando le autorità cinesi informano l’OMS dell’esistenza di una nuova e sconosciuta polmonite virale. Allora i casi accertati erano poco più di 40 [1].
A fine gennaio i casi in Cina raggiungono le 11791 unità e dall’Italia guardavamo sbalorditi e intimoriti la costruzione a tempi di record di uno dei tre ospedali dedicati al trattamento specifico del nuovo coronavirus [2].
Ed è proprio nell’ultimo dì di gennaio che in Gazzetta Ufficiale [3] fa capolino il primo provvedimento legato a COVID19, in cui il Governo prende atto della PHEIC, la dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus.
Dunque, il 31/1 il governo lancia un allarme: la situazione nella settima città cinese per popolazione è grave, i contagi aumentano e aumentano le morti.
Avevamo solo due casi, che erano però di importazione, i due turisti cinesi, oggi fra i guariti [4].
L’Italia, non senza la probabile irritazione di Pechino, chiude il traffico aereo da e per la Cina. Un unicum in Europa che a niente è servito se non ad allungare le partenze e gli arrivi di europei e cinesi. Il rischio, però, in Italia, era ancora zero [5].
La musica cambia subito la notte del 20 febbraio, quando il primo caso di COVID19 viene confermato in Lombardia, seguito nella settimana successiva da un aumento rapidissimo, segno che il virus già da tempo girava in regione.
È il Ministero della Salute – di intesa con il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – a ordinare [6] una serie di restrizioni quarantenali per l’ormai tristemente nota Codogno e comuni limitrofi.
Sempre Attilio Fontana afferma il 23 febbraio che Milano potrebbe trasformarsi in Wuhan se la situazione dovesse degenerare. Qualcuno, che evidentemente conosce lo stato di salute della sanità lombarda, teme il peggio.
E poi?
Poi arriva il cambio del registro stilistico: si passa dal mitico “prove tecniche di strage” di Libero, dal “Nord nella paura” di Repubblica al “Forse si esagera” (Libero), al “Basta panico, non è la peste” (Repubblica).
Era il 25 febbraio e i media azionano l’estintore sul panico da virus. I casi accertati saltano fuori pure a Milano ma, no problem, esce fuori #Milanononsiferma.
Beppe Sala ci si tuffa e fa sua quella che, apparentemente, è una campagna spontanea, realizzata dalla già citata Brainbull e promossa dall’Unione dei brand della ristorazione italiana:
Il mitico Beppe “forse-ho-sbagliato” Sala rilancia il video, con tanto di magliettina da Justin Trudeau de Milan su Instagram.
Non pago della performance visiva, a una settimana di distanza dalla campagna pubblicitaria per Milano e il suo global life style, Sala invita – con tanto di hashtag autoprodotto #wewontstop – i turisti a tornare quanto prima a Milano, colpita da una campagna di diffamazione internazionale che “non corrispondeva alla realtà”.
Tranquillo, Beppe, non sei solo! Ti seguono a ruota il segretario nazionale del tuo partito, Nicola Zingaretti e il leader dell’opposizione Matteo Salvini.
Salvini:
Zingaretti-Sala:
La Milano che produce, la Milano che apericena, la Milano che lavora, la Milano che non è Sud, DOVEVA RIAPRIRE. A dirlo è l’intero arco parlamentare italiano, su ordine delle solite forze economiche che governano il Paese.
Il virus probabilmente circolava a Milano già due settimane prima dell’effettivo scoppio [7] e la scelleratezza di un’intera classe politica, mediatica e manageriale ha regalato a COVID19 giorni preziosi di circolazione, solo per dare qualche apericena in più a tutti.
La domanda è: chi ha avuto potere decisionale, chi riveste cariche pubbliche, chi, insomma, deve tutelare la salute pubblica dei cittadini, risponderà mai di queste deficienze?
[1] World Health Organization, ‘Pneumonia of unknown cause – China’, https://www.who.int/csr/don/05-january-2020-pneumonia-of-unkown-cause-china/en/
[2] Rai News, ‘Cina, completato in tempi record il primo dei due nuovi ospedali di Wuhan’, http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Cina-coronavirus-emergenza-completato-in-tempi-record-il-primo-dei-due-nuovi-ospedali-di-Wuhan-2c06d21a-4347-4acb-8678-4256b51a0330.html
[3] Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, GU Serie Generale n. 26 del 01-02-2020, https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/01/20A00737/sg
[4] Repubblica, ‘Due turisti cinesi a Roma contagiati dal coronavirus. Chiuso il traffico aereo con la Cina’, https://roma.repubblica.it/cronaca/2020/01/30/news/coronavirus_turisti_cinesi-247194041/
[5] andkronos, ‘Virus, Burioni: “In Italia il rischio è zero”, https://www.adnkronos.com/salute/2020/02/02/virus-burioni-italia-rischio-zero_4dqZ5UUAKtxSKUIhRYlvqJ.html
[7] AA.VV (corresponding author: Marcello Tirani), ‘The early phase of the COVID-19 outbreak in Lombardy, Italy’, https://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/2003/2003.09320.pdf