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Il Foglio, testa d’ariete del neoconservatorismo liberista

neoconservatorismo liberista

Negli ultimi giorni il twitter è stato attraversato da una polemica in cui si intrecciano maldestrezza, cinismo e malafede; per chi non frequenta il social network in questione e non rientra nell’esiguo numero di lettori del Foglio – poiché proprio attorno al giornale fondato da Ferrara ruota la querelle – riassumiamo brevemente i fatti. Il 1 febbraio, l’attuale direttore del Foglio, Claudio Cerasa, pubblica un tweet in cui definisce Josef Mengele “non solo un assassino” e “un brillante ricercatore al fianco dei grandi scienziati del tempo”. Il tweet rilancia una recensione a una nuova bibliografia del criminale medico nazista, recensione scritta dal collaboratore del Foglio Giulio Meotti (1), personaggio su cui avremo modo di ritornare.

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Il tweet di Cerasa è stato giustamente ricoperto di contumelie, non solo per il grottesco tentativo di ritrarre la figura omicida di Mengele in termini, come dire, equilibrati mettendo in luce un presunto prestigio scientifico, ma anche perché la recensione cui rimanda sconfina nel plagio, riprendendo interamente passi di un articolo sullo stesso volume pubblicato sul Wall Street Journal (2), una pratica, quella del plagio, alla quale Meotti sembrerebbe non nuovo (3). Un’altra attività cui il giornalista del Foglio indulge volentieri è l’accusa di antisemitismo, rivolta in maniera ossessiva a manca e a destra, ma più a manca per essere precisi. Coerentemente con la linea filo-sionista del quotidiano fondato da Ferrara, Meotti è noto per aver imputato atteggiamenti antisemiti a una serie di personalità di origine ebraica a causa della loro posizione più o meno critica rispetto a Israele: da George Steiner a Pierre Vidal-Naquet, passando per Steven Spielberg e Daniel Barenboim, sono pochi gli intellettuali, prevalentemente schierati a sinistra, sfuggiti all’occhio inquisitorio di Meotti, persino Primo Levi non viene risparmiato (4).

La vicenda si sarebbe potuta concludere come l’ennesima figuraccia del giornalismo italiano, senonché a difesa della propria creatura è intervenuto su twitter lo stesso Ferrara, il quale ne ha approfittato per rispolverare alcuni dei cavalli di battaglia della sua ormai lunga carriera di ateo devoto (5): in un tweet postato il giorno dopo quello del suo pupillo, l’elefantino traccia in modo cinico e truffaldino un collegamento tra interruzione di gravidanza e selezione della razza, rivolgendo ai critici di Cerasa l’accusa quanto mai generica di essere “progressisti mengelisti inconsapevoli”.

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Il tweet di Ferrara ha almeno il merito di aver messo in chiaro quale sia la vera materia del contendere: non già un legittimo rimando alla responsabilità politica della scienza, o se si preferisce degli scienziati, e al loro coinvolgimento negli eventi più tragici del Novecento (questo dovrebbe valere non solo per il nazismo, ma anche per esempio nel caso dell’atomica e del nucleare, ma in merito a ciò è lecito dubitare della sensibilità di Ferrara), quanto un pretesto per rilanciare la crociata antiabortista del giornalista romano. Crociata pluridecennale nel corso della quale Ferrara aveva già associato, in modo superficiale e ricattatorio, l’interruzione di gravidanza a nazismo e Shoah, urlando in un suo articolo del 2008 che all’ingresso degli “studi ginecologici abortisti” dovrebbe campeggiare la scritta “Abort macht frei. Abtreibung macht frei” (6).

Sarebbe inutile far notare che la politica in materia di interruzione di gravidanza attuata dal nazismo, salvo i casi in cui la pratica poteva avere risvolti eugenetici, era assai stringente e repressiva sino a prevedere, a partire dal 1943, la pena capitale per chi attentava alla “vitalità del volk tedesco” (7), in forte contrasto con le conquiste ottenute durante la Repubblica di Weimar anche grazie all’azione del KPD (partito comunista tedesco) e della SPD (socialdemocratici), i “progressisti mengelisti” dell’epoca! Ancor più vano far notare come il parallelo tra Shoah e interruzione di gravidanza sia un mantra storico del variegato movimento “pro-life”, un mantra che ricevette forte impulso in epoca reaganiana, con buona pace di chi, invocando un anticapitalismo eticamente conservatore, individua superficialmente e unilateralmente convergenze tra progressismo in materia etica e di costumi e neoliberismo (8).

Il Foglio peraltro, in aggiunta alla campagna antiabortista del suo fondatore, ha promosso negli ultimi anni una battaglia, apparentemente condivisibile, contro il periodico riproporsi di appelli al controllo della popolazione, provenienti da numerose personalità e istituzioni. Perché apparentemente condivisibile? Perché Il Foglio trasforma una battaglia dai potenziali risvolti anticapitalisti e antimperialisti – spesso e volentieri tali appelli imputano infatti, neanche troppo velatamente, il presunto eccesso di popolazione e le sue presunte conseguenze ecologiche alle popolazioni del Sud globale (9) – in un attacco all’ecologismo, in tirate sinofobiche e in paranoie occidentaliste su un Europa come “società vecchia a corto di energia” alle prese con l’immigrazione dall’Africa” (10). Il che implica ignorare o peggio occultare come il meglio dell’ecologismo, in particolare marxista, da anni muova una critica serrata al ritorno in auge del malthusianismo (11).

Antiabortismo e arbitraria associazione ecologismo/malthusianismo si sommano a una altra storica fissazione del giornale di Ferrara, ovvero quella anti-darwinista; curioso come su tutti questi temi vi sia una bizzarra (solo a prima vista) convergenza tra Il Foglio – in cui abbondano le tirate contro populismo e sovranismo – e alcune figure di riferimento in questi ultimi ambienti politici, quantomeno nelle loro propaggini più destrorse (12). Certo, il quotidiano diretto da Cerasa non è così rozzo da ridurre l’eredità del naturalista inglese alla sociobiologia e al punto di vista di certi esponenti del neo-darwinismo come Dawkins, ma ricorre semmai a richiami strumentali ad autori come Gould – in particolare in articoli a firma dello stesso Meotti (13) –  o definisce “escamotage per riportare Darwin in un alveo progressista” le soluzioni proposte da un pensatore marxista di grande valore come Tort (14).

Insomma, Il Foglio è un esempio perfetto di come il sistema capitalistico, lungi dal favorire prevalentemente un’etica e costumi “progressisti” in parallelo alle politiche economiche reazionarie, offra ampi spazi a filosofie conservatrici in ambiti come l’immigrazione, la sessualità, il femminismo, l’educazione, i temi cosiddetti “eticamente sensibili”, ecc. Il quotidiano fondato da Ferrara alterna senza alcun problema apologie del libero mercato con posizioni conservatrici o francamente reazionarie su tali questioni, altro che “testa d’ariete del neoprogressismo liberista” come lo definisce Fusaro (15), “testa d’ariete del neoconservatorismo liberista”… a spese del contribuente e con l’appoggio di quasi tutti i lacchè del capitale che infestano trasversalmente la politica e l’intellettualità italiane, un appoggio che neanche lo sciagurato tweet di Cerasa  è riuscito a scalfire.


1) http://informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=77399

2) https://wsj.com/articles/mengele-review-the-demon-doctor-of-auschwitz-11579907362

3) https://mazzetta.wordpress.com/2012/11/17/a-gaza-bambini-dotati-di-cinture-esplosive-bufale-e-plagi-di-giulio-meotti/

4) https://ilfoglio.it/articoli/2013/12/09/news/se-questo-e-uno-stato-55900/

5)https://ilfoglio.it/articoli/2012/09/05/news/degli-atei-devoti-e-della-dittatura-del-politicamente-corretto-58178/

6) https://web.archive.org/web/20090910010114/http://www.ilfoglio.it/soloqui/43

7)Weimar and Nazi Germany: Continuities and Discontinuities

8) https://asanet.org/sites/default/files/savvy/sectionchs/documents/beisel.pdf

9) https://traduzionimarxiste.wordpress.com/2017/08/01/siamo-davvero-in-troppi/

10)https://ilfoglio.it/un-foglio-internazionale/2019/08/19/news/fra-aborti-e-sterilizzazioni-forzate-cosi-la-cina-e-diventata-la-one-child-nation-269906/;https://ilfoglio.it/bioetica-e-diritti/2019/02/11/news/e-crisi-da-culle-vuote-in-europa-237300/

11)https://climateandcapitalism.com/2010/04/28/overpopulation-and-global-warming-dissecting-the-numbers-part-one/

12)https://enzopennetta.it/2013/05/la-vergogna-della-scienza-che-vuole-laborto-libero/; https://pikaia.eu/wp-content/uploads/2014/10/411.pdf;https://provitaefamiglia.it/blog/aborto-parla-meluzzi-la-mia-esperienza-come-medico

13) https://ilfoglio.it/articoli/2010/04/08/news/chiese-e-sette-del-neodarwinismo-68681/

14) https://ilfoglio.it/articoli/2010/04/12/news/ma-darwin-e-ancora-di-sinistra-68696/

15) https://diegofusaro.com/ridicolo-lultraliberista-figlio-protesta-perche-non-avra-piu-aiuti/

One Reply to “Il Foglio, testa d’ariete del neoconservatorismo liberista”

  1. Le galline ritornano all’ovile di Washington – Ottobre says: 10 Gennaio 2021 at 9:46

    […] giornale fondato da Ferrara, come già scritto su Ottobre, pur duramente critico nei confronti di Trump, ha sempre dato spazio o supportato posizioni – […]

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