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Fermo: provincia che vai, fascisti che trovi

2020-03-05_11h44_20di Alberto Ferretti

La feccia fascista rialza la testa e uccide un immigrato nigeriano, ma la stampa nostrana evita accuratamente di chiamare le cose col loro nome: e parla di ultras. Il criminale è un fermano, proprietario di un’azienda agricola del territorio. Egli avrebbe dapprima insultato la moglie di Emmanuel – questo il nome della vittima –  chiamandola “scimmia”, poi ingaggiato una colluttazione in cui Emmanuel ha avuto la peggio.

L’accusato risulta essere un “estremista di destra” noto alle forze dell’ordine, in prima fila ai comizi di Salvini a Fermo: non facciamo fatica a immaginare come i suoi interessi economici e la sue concezioni reazionarie siano ben rappresentante dalla Lega Nord, e dalla galassia neo-fascista in piena ricostruzione in Italia: da Casa Pound, a Forza Nuova, a Fratelli d’Italia.

Non è certo la prima volta che i fascisti uccidono, vandalizzano, attaccano, intimidiscono – ultimo esempio: gli ambulanti bengalesi picchiati a San Benedetto del Tronto, sempre nelle Marche, pochi giorni fa, perché non conoscevano il Vangelo (!) – ma l’opinione pubblica non lo sa, perche ogni volta i loro attacchi sono derubricati a semplici fatti di cronaca, spoliticizzati quanto più possibile con l’aiuto di pseudo categorie – calcistiche, anti-islam, anti-immigrati, e amenità post-moderne del genere – utili a occultare un fenomeno in piena espansione: la galassia nera che emerge in parallelo alla criminalizzazione costante del comunismo.

Solo quando la violenza deflagra in maniera estrema, come nel caso fermano, l’affare balza in prima pagina. Tuttavia, invece di parlare di crimine fascista, per un giorno intero si parla di ultras, come se un atto del genere potesse essere attribuibile a sentimenti calcistici, al fine di isolare l’evento dalla sua dimensione politica e sociale. Invece va ribadito che questa violenza è interamente attribuibile all’ideologia nazionalista e fascista veicolata da troppe correnti politiche che hanno nomi ben precisi e scorazzano libere sul territorio.

Solo tardivamente e molto pudicamente alcuni giornali hanno azzardato un timido “estremista di destra” per descrivere l’assassino, al contempo però insinuando che gli aggrediti fossero in realtà gli aggressori, raccogliendo le testimonianza dei camerati della destra rispettabile, iscritti a Forza Italia sezione di Fermo.  Responsabile di tale copertura mediatica l’ignobile gazzetta della destra qualunquista che è il Resto del Carlino.

Intendiamoci: Emmanuel ha forse aggredito il fascista dopo che questi si è rivolto a sua moglie chiamandola “scimmia”. La sua contro-violenza è giusta: provocato e umiliato, l’uomo è caduto nella trappola, è stato ucciso e magari passerà pure per aggressore, quando in futuro un giudice compiacente concederà le attenuanti all’assassino, “brav’uomo imprenditore del territorio che si è fatto un po’ prendere la mano”.

Il dato politico è che quanto più gli spazi pubblici sono concessi alle organizzazioni di estrema destra, quanto più si autorizzano e banalizzano le loro manifestazioni e le loro iniziative “culturali”, tanto più la loro violenza si diffonde, e gli istinti insiti nelle concezioni razziali e tribali incarnate dai più arretrati strati sociali possidenti e oscurantisti risultano accettabili.

Sentimento del tutto in linea con un momento storico in cui lo smantellamento della Costituzione anti-fascista, della criminalizzazione della Resistenza e del movimento operaio e comunista, è uno degli obiettivi principali delle forze di governo, dei media e del mondo della cultura. In tal senso sembra logico occultare il fascismo: se esso non esiste più, che senso ha, ad esempio, difendere ancora una Costituzione dichiaratamente anti-fascista?

Questo fascismo-che-non-esiste-più intanto pervade la società, con le sue abiette flatulenze verbali e le sue violenze fisiche. I reazionari si stanno organizzando in sordina, e diffondono il veleno nazionalista, razzista e fascista nella società sempre più piegata dalla crisi economica. Così facendo trovano ottimi referenti nelle istituzioni e nei partiti, si sentono tutelati da un discorso pubblico che criminalizza gli stranieri per occultare le responsabilità delle nostre classi dominanti, responsabili del disastro sociale in cui si trovano i lavoratori e la stragrande maggioranza della società.

La destra sfacciatamente xenofoba e razzista; la destra pulita che fa dei distinguo arguti perché l’educazione dell’alta società le ha insegnato che frasi come ” i neri sono inferiori” o “i lavoratori devono solo sgobbare e stare zitti” non si possono più dire; la sinistra riformista di governo con le sue avventure imperialiste che alimentano il dramma dell’immigrazione: l’aperta collusione istituzionale tra queste tre forze conservatrici e reazionarie è in ultima istanza responsabile della diffusione di crimini di tal genere.

E i proletari ci rimettono sempre: quelli fuggiti da Paesi sfruttati dalle multinazionali detenute dalle nostre classi dominanti – come la Nigeria – muoiono ammazzati in diaspora; quelli autoctoni sono ridotti in miseria crescente dall’austerità al servizio delle banche e dei ricchi.

One Reply to “Fermo: provincia che vai, fascisti che trovi”

  1. agenda19892010 says: 7 Luglio 2016 at 20:08

    sono le conseguenze del microfascismo italiano sempre presente nell’oscurità

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